
A volte ritornano. Parole che sembrano fatte su misura per Massimo Izzi, oggi allenatore dei portieri del Civitavecchia calcio e ieri, un lontano ieri, numero uno del club nerazzurro. Izzi torna al "Fattori" ritrovando l'erba di casa sua, dopo aver passato gran parte della sua vita a difendere i pali di una porta lontano dal Tirreno. Con il campionato di Eccellenza ormai dietro l’angolo, allo stadio comunale si lavora a ritmi elevati per far sì che la “macchina” del presidente Tersigni possa partire per l'avventura, targata 2007/2008, con il motore ben caldo.
Mister, per prima cosa le condizioni attuali dei suoi pupilli...
“Devo ammettere che siamo a buon punto. Inizialmente pensavo di lavorare più sulla tecnica ma andando avanti mi sono accorto che la situazione non era poi così male. Sono pienamente soddisfatto".
Massimo Izzi non scopre Civitavecchia ora. C’è nato, ci vive, ci lavora e soprattutto ha vestito la maglia numero uno. Che effetto fa ritrovarsi dall’altra parte della barricata?
“Una sensazione straordinaria direi. La mia passione per il calcio è infinita ed è per questo che ho deciso di tornare sul campo, da allenatore. I ricordi di quando giocavo con la maglia nerazzurra sono lì, stampati nella mia mente: l’emozione è sempre quella del primo giorno e poi toccare l’erba del Fattori fa sempre un certo effetto”.
Baroncini, Corradini, Ronca. C’è qualcosa che unisce questi giocatori?
“I due ragazzi diciamo che si assomigliano in quanto hanno la stessa tecnica. Baroncini invece rimane eccezionale. E’ un portiere con un bagaglio d’esperienza notevole. Ricordo che nel 1997 giocammo insieme a Tarquinia e quell’anno addirittura, mi rubò il posto. Da allora però è migliorato moltissimo”.
C’è possibilità che il "Barone" non dorma sogni tranquilli ?
“Chiaro che nessuno ha il posto assicurato. Probabile che Stefano debba fare gli straordinari per rimanere il numero uno. Sia Corradini che Ronca si impegnano molto e a mio vedere sono abbastanza validi. Non mi aspettavo di trovare dei portieri così, in giro se ne vedono pochi”.
Si parla di tifo organizzato. Ai nuovi ha fatto un certo effetto. Lei, invece, che conoscel'ambiente, pensa siano ancora innamorati della Vecchia?
“Spero proprio di si. Non dimentichiamo che il tifoso è una figura molto importante ed esigente. Civitavecchia poi è stata una piazza sempre difficile. Quest’anno in special modo, ho molta fiducia in loro. Avvicinarsi alla società e ai giocatori sarà davvero un fattore determinante”.