
Ricevo e pubblico con immenso piacere lo sfogo (senza peli sulla lingua) di Mauro Guglielmi, campione italiano assoluto (e con lui il fratello Massimo).
Il 23 settembre 1999 si costituisce il Circolo Canottieri Azzurra con Massimo e Mauro Guglielmi, Fabrizio De Fazi, Giovanni Anemone ed i fratelli Claudio e Riccardo Gaballo, si stabiliscono ruoli e compiti di ognuno nonché le regole da adottare e gli obiettivi da raggiungere è desiderio comune la vittoria ad un campionato italiano entri i dieci anni di attività.
Fino al bellissimo 14 ottobre 2007, avevamo vinto tutto, dalle medaglie mondiali di Massimo (anche se con le Fiamme Oro), alle vittorie ai giochi della gioventù, con Manuel Russo, alla finale dei campionati italiani con il 4 di coppia Junior (Scotti/Di Leva/Anemone/Savino), la vittoria ai di Massimo e Mauro Guglielmi ai campionati mondiali Master di Amburgo 2004. Ma un successo a un campionato italiano sembrava per il momento utopia.
Quel maledetto secondo posto con il 4 di coppia ai mondiali di Zagabria, (venerdi 7 settembre 2007) ti brucia dentro da morire e per il qual (secondo posto) tutta una stagione sembra essere andata storta, senza considerare le vittorie ottenute in gare nazionali dai quattro moschettieri che hanno fatto tremare l’Italia giovane (Alessia Guglielmi, Stefano Berretti, Simone Rossi e Lorenzo Costanzo): la vittoria alla regata di Monte Carlo con il duo Marco Maddaloni & Mauro Guglielmi, la medaglia di bronzo ottenuta alla seconda regata nazionale di Piediluco (nel 4 con senior) ancora da Mauro Guglielmi.
Siamo in partenza per la regata del campionato italiano assoluto, mi giro a destra e sinistra 25 imbarcazioni al via con tantissimi giovani campioni dell’Italia remiera, molti campioni mondiali, mi domando: “Cosa ci sto a fare io qui? Molte vittorie a 44 anni, ma in regate Master, qui si fa sul serio. Una regata di 12 Km sembra un’eternità, poi mi giro avanti a me e vedo mio fratello che da solo ha vinto più titoli di tutti i nostri avversari messi insieme. “Sono messo molto bene – dico - venderemo cara la pelle”.
Durante gli allenamenti di Civitavecchia avevamo simulato il percorso di gara imponendo un ritmo costante di 28 remate al minuto e prima della partenza Massimo mi dice che adotterà quel ritmo provato a Civitavecchia, “ho fatto finta di crederci”.
Al via comunicato dal giudice di gara, Massimo parte a 36 colpi al minuto e li mantiene come se la gara fosse lunga 500 metri, per portarsi dopo circa mille metri ad un passo costante di 32/34 colpi al minuto ed al primo giro di boa dopo 1800 metri ci troviamo a virare in testa con i favoriti della canottieri De Bastiani sul lago di Varese attardati di mezza imbarcazione, “Sono campione italiano – dico dentro di me – vai Mauro, non mollare”. Dopo la virata Massimo, fa un rinforzo di 20 colpi e ce ne andiamo, secondo giro di boa dopo 200 metri dal primo, la situazione è invariata, ora ci attende un rettilineo di 2800 metri, nel quale consolidiamo la posizione solo che si alterna al secondo posto la canottieri Arolo del lago Maggiore che insidiosamente si fa sotto, viriamo alla terza boa con un vantaggio di circa 3 barche sull’Arolo, dritti verso la boa dove siamo partiti per iniziare il secondo giro con un buon vantaggio, ma non da starci allegri, a quel punto sono ancora campione italiano, ma mi aspetto che da un momento all’altro potrebbero andar via le energie, nel frattempo ci si mette anche un bel vento che fa aumentare il moto ondoso con delle onde da far sobbalzare la barca non poco, giriamo nuovamente alla boa 1 e 2 ancora in testa con un margine discreto si, ma quando sei in barca con uno come Massimo per passarti gli avversari dovrebbero essere dotati di una buona pistola.
Il rettilineo di 2800 che porterebbe all’ultima boa per gli ultimi 1000 metri finale è un inferno, per gran parte del quale siamo costretti a continui rinforzi con il remo destro a causa dell’aumentare delle onde in modo trasversale rispetto all’imbarcazione, la sofferenza è enorme, il corpo mi consiglierebbe lo STOP, ma la testa è dura, non posso mancare l’occasione della mia vita di vincere un campionato italiano assoluto, poi di questa vittoria ne gioverebbe anche l’ambiente remiero di casa Azzurra, potremmo chiedere in modo più deciso un impianto sportivo a Civitavecchia.
Mi vengono in mente tutti i sacrifici quotidiani in quei 15 km da fare per raggiungere il Mignone, non è possibile, in una società dove lo sport è cultura e preparazione come formazione di carattere per il futuro di un giovane, che la città per essere rappresentata da uno sport specifico, debba avere per forza dei risultati, per lo sport non ci dovrebbero essere barriere burocratiche e politiche, lo sport è per definizione apolitico e sociale, per lo sport i ragazzi non dovrebbero pagare quote mensili e le società non dovrebbero essere costrette a far pagare quote mensili, se oggi piove o ci sono zero gradi ci dovrebbe essere una palestra dove portare i bambini.
Quando i bambini escono sudati dalle barche, ci dovrebbe essere uno spogliatoio, non dico bagni e docce, sarebbe chiedere troppo, ma uno spogliatoio dove togliere i panni bagnati ai bambini e soprattutto alle bambine, altrimenti un genitore come fa a mandare suo figlio al Circolo Canottieri Azzurra, deve essere più cocciuto di me e mio fratello.
Nel frattempo questi pensieri mi hanno fatto dimenticare la regata e forse è stato un bene perché ho dimenticato anche la fatica, ma per la gara ero in una botte di ferro davanti avevo Massimo, siamo sopraggiunti all’ultima boa sempre con un vantaggio netto da stare tranquilli per gli ultimi mille metri finali, dove in quel tratto finalmente avevamo le onde a favore e li la barca viaggiava come un motoscafo verso il traguardo che una volta raggiunto ormai il sogno era diventato realtà. “Siamo – urlo al cielo – anzi sono Campione Italiano Assoluto. Hurrààààà”
Per questa impresa dobbiamo ringraziare l’Assessore allo sport Alessio Romagnolo che ci segue sempre con vera passione sportiva e ci ha permesso l’acquisto della barca divenuta campione d’Italia, devo ringraziare Ernesto Berretti, l’allenatore della canottieri Azzurra, che divide i sacrifici con me e Massimo infine un saluto a tutti gli appassionati del canottaggio di Civitavecchia con la speranza che questo titolo sia la ripresa in campo nazionale dei nostri giovani nel ritrovare l’importanza che ci apparteneva negli anni ‘90.
Nessun commento:
Posta un commento