lunedì 8 ottobre 2007

MASINI, UNA VITA DA MEDIANO



"Una vita da mediano " cantava Ligabue. Frase che oggi sembra fatta su misura per Matteo Masini, approdato alla corte del Civitavecchia in veste di vice allenatore della prima squadra, a fianco di Paolo Caputo. "Don" Matteo ha deciso di attaccare gli scarpini al chiodo, dopo 12 anni passati a tirare calci ad un pallone, sui campi di serie C e D (vedi Imola, L’Aquila, Lodigiani, Cassino, Monterotondo, Ladispoli, Frascati). Matteo è il classico ragazzo dalla faccia pulita, discreto al punto giusto. Dopo un marcamento a uomo davvero asfissiante, ha finalmente ceduto alla mia richiesta.

Quanta emozione c'è in te, Matteo, per la prima esperienza da vice allenatore e quale è all'interno dello staff il tuo ruolo specifico?

“L’allenatore in seconda generalmente è un ragazzo che ha smesso di giocare al pallone da poco tempo e che praticamente vuol rimanere attaccato al mondo del calcio, in qualche maniera, sotto una nuova veste. Il mio compito è fare da filtro tra tecnico e squadra, cercando di smussare le varie sfaccettature, se mai ce ne fossero. Ho dovuto lasciare il calcio giocato per via di un brutto infortunio affiancandomi così a persone che stimo e che reputo all’altezza della situazione”.

Ma la coppia Caputo – Masini, ha un feeling particolare?

“Tra me e Paolo c’è un’amicizia profonda nata più o meno undici anni fa, ai tempi del Santa Marinella, quando allora eravamo il fulcro del centrocampo. C’eravamo lasciati da amici e ora ci ritroviamo qui, sulla stessa barca, a remare per un unico scopo e ci basta uno sguardo per intenderci”.

Se per assurdo ti dovessi fare una domanda matematica del tipo . Una proporzione giusta?

“In parte sì, anche se in fondo i nostri animi sono diversi da come la gente li immagina. Usiamo il muso duro quando c’è ne è bisogno ma generalmente siamo tranquilli e sorridenti”.

Matteo, hai un sogno che vorresti tirar fuori dal cassetto?

“Non so che darei per ritornare in campo a giocare. L’alternativa è intraprendere la carriera da allenatore e mettere da parte grandi risultati. Ora sono qui al Civitavecchia calcio, una società con forti ambizioni. Stiamo lottando per un posto al sole e si lavora con un gruppo meraviglioso; come inizio non c’è male. E tutto questo è di buon auspicio”.

Il lavoro lo chiama, lo lascio andare. Una stretta di mano e poi via, là in mezzo al campo: per lui si stanno aprendo nuovi orizzonti.

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