martedì 23 giugno 2009

MARCO CORINTI, UNO DEI NUMERI 1...



Diciannove anni compiuti lo scorso maggio, Marco Corinti fa parte di quei calciatori che, dopo le prime esperienze fatte nei vari settori giovanili della sua città natale, ha trovato una sua “dimensione” lontano da Civitavecchia. Di questi tempi prende la tintarella, aspettando che il suo cellulare squilli per una riconferma o per una nuova avventura.
Lei, come tanti suoi colleghi, ha lasciato Civitavecchia per trovare soddisfazioni altrove. Pensa di aver fatto la scelta giusta?
“Sinceramente non lo so. Di sicuro di soddisfazioni me ne sono tolte molte, anche se sfortunatamente, difendendo la porta del Ladispoli ho solo sfiorato, e mai raggiunto le finali regionali”.
Con il suo talento sì è meritato la prima squadra. Ci può raccontare l'emozione della prima convocazione?
“Quell’anno giocavo negli Allievi in Coppa Lazio. Il mister Ugo Fronti mi chiamò per fare il dodicesimo a Mimmo Caso, in Eccellenza. Andammo a Malta, l'ultima partita del campionato ma non giocai perchè il mister si arrabbiò: in panchina parlavo troppo. L’esperienza comunque resta un ricordo piacevole”.
A chi vanno i meriti della sua "crescita" calcistica?
“Non mi sento di fare dei nomi e dare dei meriti particolari a qualcuno. Sarei indelicato e soprattutto sarebbe riduttivo dire bravo o grazie solo all’allenatore dei portieri. Dico solo grazie a tutti i tecnici che mi hanno saputo curare”.
Qual'è stata la domenica più bella di questa stagione?
“Quella appena passata non è stata per me una bella stagione. Devo sottolineare però che ho fatto sempre il secondo e in quelle partite che ho giocato, non ho dimostrato il meglio di me stesso e l’esempio è stata la gara con la Sorianese: ho giocato titolare per assenza di Mazzarini. Vincemmo ma non fu entusiasmante per me. La partita che ricordo con piacere, e la più bella da quando sono a Ladispoli, è stata quella col Monterosi, a mio parere la nostra più bella prestazione”.
Ha nostalgia di poter tornare a giocare con una squadra civitavecchiese?
“Dopo sei anni di lontananza, non posso negare che giocare con gli amici di tutti i giorni, e davanti il pubblico della mia città, sarebbe veramente bello”.
E’ questo il suo sogno nel cassetto?
“Sì. Tornare a giocare in un futuro prossimo davanti al pubblico di casa tua. Ma attenzione perché tutto potrebbe infrangersi. La scuola rimane al primo posto della mia vita. La mia carriera calcistica potrebbe interrompersi da un giorno all’altro: dietro l’angolo c’è sempre l’università
Grazie, arrivederci e in bocca al lupo....
“Prego, crepi”.

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