sabato 29 dicembre 2007

PANUNZIO: IL COACH DEI MIRACOLI


Antonio Panunzio è il vero artefice del “miracolo” targato 2094. La sua caparbietà, la sua completa dedizione al progetto del presidente Antonio Amalfitano, ha di fatto costituito le fondamenta del successo di questa stagione a dir poco fantastica e sotto la sua sapiente guida, ha iniziato la scalata ai campionati nazionali (partendo nel 2005/06 dalla serie C laziale). E' riuscito a trasmettere a tutto il gruppo la voglia di emergere della società civitavecchiese nel panorama del basket femminile. Panunzio sta spopolando (dopo essere stata chiamata proprio all’ultimo giorno) andandosi a qualificare, con le sue ragazze, per la prossima poule A2 che inizierà il 20 gennaio 2008. Tornando al tu per tu con il coach locale, va ricordato che Panunzio inizia nel 1965, con un mito del basket che risponde al nome di Vittorio Gonzales, con la Fiamma Roma. Poi passa alla Virtus Borgo Cavalleggeri(serie D nel 70-71),dove conosce ed apprezza le doti dirigenziali del compianto Rino Saba. L’anno dopo la squadra si fonde con il San Saba del presidente Polidori, diventa Virtus Roma e partecipa alla serie C. Panunzio è il primo play maker nella storia della Virtus Roma. L’anno dopo la società viene di fatto acquistata dal Banco di Roma guidata dal grande dirigente, prematuramente scomparso, Pierluigi Tani e, dopo due anni di C, approda alla serie B. Di questa squadra Panunzio è play titolare e anche capitano. In questa fantastica avventura è allenato prima da Maurizio Polidori poi da Della Penna e Lisotti. Dopo altre esperienze da giocatore ecco che negli anni 80 viene chiamato ad allenare le giovanili e la prima squadra (Promozione) del CRAL dell’ACEA con cui sfiora la promozione in serie D.
Ultima esperienza, in questa prima parte di carriera cestistica, un anno da capo allenatore in serie D. Dopodiché è cominciato un lungo periodo di allontanamento dai campi preso dal lavoro e dalla famiglia. E così, alla fine degli anni 90 la scoperta del basket in rosa, un nuovo violento innamoramento per questo sport e di nuovo in palestra come genitore/accompagnatore/spettatore. Poi, finalmente, nel 2004 la decisione di rimettere le scarpette e provare a insegnare il basket e soprattutto l’amore per il basket. Aiuto allenatore di Mauro Casadio con l’Athena in B1 e allenatore del gruppo U18 per due anni con la conquista di un’interzona.
Il resto è storia di oggi. Nel secondo anno l’accordo tra Athena e la Polisportiva 2094 fa sì che un gruppo di ragazze partecipino al campionato di serie C per Civitavecchia (2005-2006) vincendolo, con lui come capo allenatore e Pasquale Porto come aiuto. Nell’anno successivo partecipazione,sempre con la 2094, al campionato di B regionale. Il resto è storia recentissima.
Dopo le tante avventure in campo maschile vissute prima da giocatore e poi come allenatore, come ti senti nel basket femminile che hai potuto conoscere da allenatore solo nel 2004?
“E’ indubbio che ci siano grandi differenze. In generale lavorare con le donne è più gratificante per un allenatore: la parte tecnica è preponderante sulla forza, quindi è possibile curare meglio fondamentali e particolari.
Una ragazza è in linea di massima molto più ricettiva del collega maschio: progredisce anche fino ai 30 e più anni. Sotto l’aspetto strategico, poi, si può lavorare in modo più scolastico e uso questo termine nell’accezione migliore, quello che si avvicina all’idea del basket dei college Usa.
C’è poi l’aspetto psicologico: un coach della femminile sa che deve operare con un equilibrio e una trasparenza assoluta: quando si perde la fiducia di un’atleta donna, non si recupera più, meglio troncare.
Per le ragazze devi essere una guida sicura, un punto di riferimento costante.»
In tanti parlano di una eterna crisi del basket rosa, quale è il tuo pensiero in proposito?
“Sono colpito negativamente dalle critiche che sento nell’ambiente, da colleghi e dirigenti, su una presunta minor disponibilità delle ragazze ad affrontare i sacrifici necessari. Secondo me è vero l’opposto: vedo gente attenta, motivata, capace.
Mi sembra molto sbagliato che il movimento si metta contro la sua materia prima, cioè le giocatrici: io sto dalla loro parte.
A livello di A1, che seguo indirettamente, vedo invece un certo scadimento tecnico, per inseguire discorsi di forza e di atletismo che peggiorano il gioco.
Ecco perchè emerge, al contrario, in modo evidente un talento come Sottana: c’è tecnica, soprattutto, in quei gesti»

Come nasce il “miracolo” 2094?
"Non lo chiamerei miracolo,anzi, la 2094 è proprio l’esatto opposto:è una squadra voluta e costruita a tavolino da dirigenti capaci ed esperti come il presidente Amalfitano ed il DG Russo, uomini che stanno nell’ambiente cestistico da oltre 30 anni, che da subito hanno avviato una sapiente programmazione che ora sta raccogliendo i risultati di quanto programmato certo ,come in tutte le cose ci vuole anche un pizzico di fortuna ed il nostro ingresso in B1 all’ultimo minuto ne è la prova:ma la società già a maggio aveva deciso di chiedere l’iscrizione alla B1,in giugno ha organizzato gli spareggi per andare in A2 che ci sono serviti per vedere dal vivo il livello tecnico della serie b nazionale ai suoi più alti livelli, tutta la preparazione della squadra è stata improntata per un eventuale serie B1 e questi poi alla fine sono stati i risultati ”.-
Come è stato il tuo approccio con la 2094 e Civitavecchia?
“All’inizio difficile perché cosi,improvvisamente a settembre inoltrato del 2005, io e le ragazze siamo venuti a conoscenza dalla dirigenza di Athena di questo progetto 2094 di cui noi eravamo ,io e le ragazze, gli attori protagonisti.
Per noi passare da una serie C fuori classifica, fatta tanto per giocare, ad una C in cui si chiedeva il massimo risultato possibile, ad una squadra vera e protagonista del rilancio del basket femminile in una piazza come Civitavecchia all’inizio è stato sconvolgente.
Poi con il passare dei mesi,diciamo già a Dicembre, abbiamo iniziato a capire bene cosa ci stava succedendo e da allora stiamo vivendo questo magico momento che fortunatamente continua”

In queste stagioni vincenti con la 2094 quali sono stati i momenti più importanti per lei e la squadra?
“Per la squadra sicuramente le vittorie e le molteplici esperienze che insieme alla 2094 stanno vivendo in prima persona:per me,oltre alle vittorie, 2 sono stati i momenti importanti, tutti e due legati ad una sconfitta.
Il primo è stato con la sconfitta di Cerveteri dove, pur perdendo, capii definitivamente delle potenzialità di questo gruppo, ed il secondo invece a febbraio di questo anno, dopo la sconfitta di Fondi, dove, dopo la delusione della mancata qualificazione mi ero dimesso dalla guida tecnica della squadra:qui la società è intervenuta subito riconfermandomi la fiducia immediata e anche per questa stagione 2007-08 che in pratica iniziò proprio da quella sconfitta.
In quei giorni programmammo questa squadra, cercando subito di coprire i ruoli che ci sembravano scoperti e,visto poi i risultati della squadra che alla fine arrivò prima nella poule della seconda fase,insieme decidemmo di tentare la scalata alla B d’Eccellenza:ed ora eccoci qui a festeggiare con il primato in classifica l’ammissione alla poule A2”.

Primo posto in classifica, avvio molto positivo, forse al di là delle aspettative: ci parli della sua Polisportiva 2094 e delle sue ambizioni.
«Sono qui perchè tutte le ragazze facciano progressi individuali che si
rifletteranno immediatamente sul rendimento collettivo. Molte di queste ragazze possono avere un futuro importante, se lo vorranno.
L’ambiente è ottimale, sotto la guida di un appassionato instancabile come il presidente Antonio Amalfitano, seguiti in tutto e per tutto dal DG Russo, .possiamo veramente toglierci tante soddisfazioni e, perché no, centrare anche traguardi assolutamente insperati per noi fino a qualche mese fa.
Noi ,conquistata la poule A2, non abbiamo ambizioni particolari e affrontiamo ogni impegno con determinazione. Alla fine ci volteremo indietro per vedere la strada fatta. E credo che sarà molto bella e lunga».

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