Arrivare alla meta prima possibile. Questo l’imperativo che si sono posti i giocatori di un Civitavecchia, rinnovato per gran parte dei ruoli e competenze. L’incontro è con Gabriele Colombini, centrocampista “superstite” divenuto uno dei punti di forza della formazione di Paolo Caputo.
Uno spogliatoio con molte facce nuove. Lei che ne è dentro dall’inizio di stagione, può dire quanto è cambiato dopo l’era Caputo?
“Certo che stata una situazione difficile da affrontare, un cambiamento così repentino non se lo aspettava nessuno. Sono arrivati giocatori nuovi, è vero, ma l’amalgama si è creata quasi da subito anche se i risultati fin qui non ci hanno dato ragione”.
Colombini ha raccolto un’eredità difficile in quanto Macaluso era capitano e idolo della tifoseria. Le pesa questa situazione?
“Una partenza inaspettata, senza dubbio. Una grande persona Roberto, soprattutto fuori dal campo. Un’eredità che pesa: lui era la colonna portante del Civitavecchia: è giusto che sia nel cuore dei tifosi”.
Civitavecchia quart’ultimo in classifica. Una posizione fin qui consona?
“Sicuramente è una situazione bugiarda. Negli ultimi tempi abbiamo giocato a corrente alternata ma anche la sfortuna ci ha penalizzato non poco. Per questo il mio nervosismo si è fatto sentire oltre il dovuto, beccandomi i giusti rimproveri del mister”.
Roberto Di Paolo invece ha suggerito alla squadra di metterci più cuore. La maglia di Colombini, ad esempio, è sempre sudata?
“Molto sudata direi. Io in campo do il meglio di me stesso, andando oltre del solito “compitino”. Ho voglia di sovrastare l’avversario, non mi tiro mai indietro. Le critiche? Accetto quelle costruttive. Ho la coscienza pulita, io”.
L’imminente futuro si chiama Lupa Frascati. Altro scontro diretto da vincere assolutamente, no?
“Fare pretattica sarà inutile: alibi e scusanti non sono ammessi. Bisognerà vincere e ci proveremo in tutti i modi. Tre punti infatti ci consentirebbero di agganciare l’avversaria di turno. Un passo avanti verso la salvezza, insomma”.
Quindi una vittoria da dedicare al presidente…
“Un successo ci ridarebbe fiducia, quindi tre punti dedicati a noi stessi. Il presidente è giusto che li pretenda, con i sacrifici che fa ha l’obbligo di dire la sua, in qualsiasi momento”.
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